Faber est suae quisque fortunae

Machiavelli attribuisce alla fortuna il significato di sorte, intesa come il movimento o la forza che regola in modo imprevedibile le vicende umane, senza che la volontà degli uomini possa intervenire per cambiare il corso degli eventi. Partendo da tale considerazione, si può integrare il concetto con il termine destino, che sta ad indicare una volontà che sta al di sopra delle capacità di azione e comprensione umana.

Nel corso della storia, le credenze popolari sono state al centro del pensiero degli uomini, in particolare nelle zone rurali, dove i contadini credevano che la forza e la volontà della natura potessero determinare gli esiti del raccolto e della coltivazione della terra. Machiavelli attribuisce a tale condizione umana il significato della sorte, come evento che è al di sopra della volontà e delle conoscenze degli uomini, per cui si possono determinare degli eventi catastrofici verso cui l’uomo si sente impotente. Tale condizione umana può generare una modalità di vita passiva, vale a dire priva di iniziativa e della volontà di apportare dei cambiamenti e delle azioni che possano contenere o evitare le conseguenze degli eventi catastrofici. In tal caso l’uomo può attribuire alla sorte anche un potere sovrumano, che agirebbe in conseguenza delle modalità di vita, le quali, non seguendo comportamenti determinati da precetti o credenze (religiose, etiche, filosofiche), sarebbero la causa scatenante della sorte, verso la quale non vi sarebbe un’alternativa alla rassegnazione.

Lo studio scientifico dei fenomeni naturali ha stabilito quali effetti possono scaturire da un evento avente un carattere casuale; questo ha stabilito delle prassi da rispettare e attuare in modo corretto da parte degli uomini che agiscono nella natura. Molte norme a tutela del ciclo naturale sono state determinate dopo che si sono verificati degli effetti negativi che hanno portato alla distruzione dell’ambiente e alla morte degli esseri viventi. Di recente le alluvioni che si sono abbattute sull’isola di Ischia hanno provocato appunto la distruzione delle abitazioni e la devastazione dell’ambiente; in tal caso si può parlare di sorte che ha determinato tali effetti e si può attribuire a tale evento un significato di fenomeno sovrumano verso cui l’uomo è impotente? Come è stato indicato dalle perizie svolte successivamente alla catastrofe, i tecnici hanno stabilito che la quantità di cemento che poggiava sulla terra collinare dell’isola di Ischia era di una quantità altamente superiore alla capacità della tenuta del terreno. Inoltre, le abitazioni sono state edificate in porzioni di terreno dove non sarebbe stato possibile costruire proprio perché la conformazione geografica non era predisposta a sostenere il volume dell’immobile. Le abbondanti piogge, anche queste oggi prevedibili secondo gli studi e le analisi meteorologiche, hanno inondato i corsi d’acqua e le terre, che non hanno avuto la forza e la possibilità di drenare l’acqua; le abitazioni poggiate su terreni non conformi hanno subìto la forza dell’abbondante quantità di pioggia, che si è abbattuta in modo violento.

Come afferma Machiavelli, la sorte agisce dove l’uomo non è intervenuto in modo adeguato. Nel caso dell’evento catastrofico dell’isola di Ischia, la sorte non è stata la causa degli eventi; se l’uomo avesse costruito le abitazioni in modo conforme alle leggi della natura, consentendo ai corsi d’acqua di defluire in modo regolare verso il mare, non vi sarebbero stati gli effetti devastanti accaduti.

La sorte riferita alla vita e alla volontà del singolo, del Principe, per Machiavelli ha un valore preponderante nel determinare gli avvenimenti e il corso della vita. Se da una parte l’uomo aspira ad ottenere dei benefici dalla fortuna, intesa come fenomeno che apporta un miglioramento della condizione della vita, come ad esempio la vincita di una cospicua somma di denaro attraverso il gioco, dall’altro, la sorte (destino) può essere inteso come condizione verso la quale non si può determinare un cambiamento, ma occorre avere un atteggiamento di rassegnazione e di accettazione passiva, attribuendovi un significato sovrumano.

L’autore incita il Principe a non avere un atteggiamento passivo verso la sorte, al contrario egli deve agire in modo impetuoso e fermo contro gli avvenimenti determinati dalla sorte. Non attendere che qualcosa prima o poi accadrà, rimanere passivi e conformi alle regole del tempo che trascorre senza agire, al fine di determinare il corso degli eventi, può essere inteso come un modo di vivere conforme ad una volontà che non si è in grado di percepire e di controllare.

Come Machiavelli, credo che occorra porsi nei confronti del nostro agire in modo attivo, vale a dire non in attesa di essere “baciati dalla fortuna” per ottenere dei buoni risultati; la sorte può essere rappresentata da un evento inaspettato, ma se non siamo stati passivi nel nostro agire l’evento accaduto non avrà degli effetti altamente negativi: farsi trovare pronto nel momento in cui accade un determinato evento e non farsi dominare dal corso dei fenomeni che si verificano. Si può anche sostenere che nulla accade per caso, vale a dire che alla radice di ogni fenomeno o azione vi è una causa che si può determinare e conoscere; questo processo richiede l’approfondimento delle caratteristiche del fenomeno nel suo insieme, non soltanto attraverso il proprio intuito, ma mediante l’utilizzo di strumenti di studio e conoscenza codificati. Nel momento in cui sarò “baciato dalla fortuna”, anche in questo caso non sarà tutto attribuito alla sorte, ma determinato dal mio impegno volto ad agire per ottenere un determinato risultato.

Machiavelli sosteneva di rapportarsi alla fortuna come nel suo tempo avveniva nei confronti della donna, vale a dire dominandola e rendendola subordinata alle volontà dell’uomo. Attribuire un determinato significato, come quello di considerare le donne inferiori agli uomini, poteva far prevalere nella mente degli uomini che verso la sorte si era impotenti e non si poteva far nulla. L’evoluzione dei tempi e il miglioramento delle condizioni di vita hanno generato una concezione dei rapporti tra i sessi paritaria, superando una logica di potere esercitato attraverso un pensiero fondato sulla capacità della sorte di definire il significato degli eventi.